"Ciò che rende l'esistenza preziosa e piacevole sono solo i nostri sentimenti e la nostra sensibilità" H. Hesse
LA SERA
Mi chiamo Sera.
La mia pelle è bianca, di perla, splendente, la mia veste argento, trapunta di diamanti, i miei occhi neri come la pece, profondi come l'universo, le mie lunghe chiome blu cobalto, lucenti, che riflettono il colore del cielo.
Sono scesa fra la gente a placare gli animi, a rischiarare le menti, a fare spazio nelle coscienze, dopo una lunga giornata.
Trascino dietro di me un manto di stelle e di pace, e lo stendo su tutte le cose.
Sono aggrappata alla ringhiera di un giardino di città, in mezzo a un reticolo di rose e a fontanelle zampillanti, e attendo che le ultime luci si spengano alle finestre, cessi il baccano di cene chiassose, di televisioni accese, di allegre brigate dedite al vino, all'ozio e alle carte, e aspetto anche che quel bambino che esclamava di stupore indicando la luna venga accompagnato a dormire.
Veglio qui tutta la notte, seduta sull'albero, finchè ogni coscienza non abbia trovato riposo.
Quando questo avverrà, allora mi avvolgerò nel manto celeste e spiccherò il volo, salendo i gradini trasparenti che conducono alla luna.
Tutto sarà come il giorno prima, oppure diverso, ma gli uomini non vedranno l'ora che torni per immergerli e rinfrescarli nel mio dolce balsamo.