LA MUSICA
Oggi è un giorno particolare. 
Come il vento primaverile infuria agitando i fiori bianchi e rosa del mandorlo nel giardino, spazzando via le gonfie nuvole nere e permettendo al sole di inondare il paesaggio di arancio in un'alternanza movimentata di luce ed ombra, le mie mani, anche se ho ripreso lo studio del pianoforte dopo un mese, volano sulla tastiera con un impeto e al tempo stesso una grazia inaspettati. 
Invece di eseguire, come sempre, nota per nota l'evolversi della melodia, ho analizzato in modo geometrico l'architettura visiva e musicale del pezzo, e mi è parso di entrare in un gigantesco labirinto e di sollevarmi via via per contemplarlo dall'alto, osservando le evoluzioni contorte ma logiche e perfette della sua struttura.
Una, cento, mille voci mi hanno parlato insieme, e ognuna di loro si accavallava all'altra e voleva che le prestassi attenzione. 
Benchè abbagliata dalla grandezza, dalla molteplicità plasmabile di questo strano essere che è la Musica, ho osservato superba ma coinvolta, nella posizione onnisciente dell'universo al quale si prospettano meschine le piccole vicende terrene, le sue variazioni precipitose ma misurate: queste si impongono l'una sull'altra in un susseguirsi continuo e incalzante di entità che appena si manifestano svaniscono nel nulla, come enormi masse d'acqua che si rincorrono sospinte dai venti autunnali.
Le creste delle onde sono bianche e azzurre, mentre spostandosi verso la base troviamo tinte verde acqua, bottiglia, blu oltremare e cobalto. 
In questo, seppur effimero momento, mi sono sentita pervadere dalla magnificenza e dalla leggerezza dell'essere.